SHIATSU
STORIA E ORIGINI
a cura di Patrizia Moschitti
Immagine tratta dal testo Anpuku Zukai, Okuda Yasuke, Bunsei 10,1827
Sono poche le fonti documentate che parlano della storia e origine dello Shiatsu, delle sue connessioni con la storia dell’Anma, delle confluenze degli aspetti tradizionali, evidenti nello Stile Zen Shiatsu di Shizuto Masunaga.
Per questa ragione ricostruire le tappe di sviluppo di questa tecnica richiede la conoscenza di fatti storici.
Lo Shiatsu iniziò a svilupparsi a partire dal periodo Taisho (1912-1926).
Per il Giappone fu un momento storico-culturale ricco di cambiamenti dovuti all’incalzante occidentalizzazione.
Un fenomeno che ebbe un’eco in tutti gli aspetti della vita giapponese, comprese le arti terapeutiche.
La storia dello Shiatsu rappresenta un caleidoscopio attraverso il quale comprendere il profondo sforzo chiesto ai giapponesi nel momento in cui la politica si aprì completamente alle influenze occidentali.
Contenuto dell’articolo:
L’Anma e la medicina tradizionale giapponese
La pratica dell’Anma all’inizio del ‘900
Storia dello Shiatsu, connessioni con Anma e Anpuku
Storia della nascita della parola Shiatsu
La diffusione della parola Shiatsu
La diffusione dello Shiatsu in occidente
Storia dello Shiatsu riflessione sulla diffusione in occidente.
L’Anma e la medicina tradizionale giapponese
Lo Shiatsu si sviluppa a partire dall’Anma.
L’Anma è una tecnica di massaggio del corpo sviluppata nell’ambito della medicina tradizionale Giapponese, detta medicina Kanpō.
L’ideogramma della parola Kanpō,
漢方
chiarisce la forte influenza della medicina cinese sullo sviluppo dell’arte medica tradizionale giapponese.
Letteralmente significa “metodo Han”, vale a dire “metodo di cura cinese”,
La medicina Kanpo fu il sistema tradizionale di cura fino al 1868, anno in cui perse il suo riconoscimento ufficiale.
Nel 1883 fu emanata in Giappone una legge per la quale il sistema medico occidentale, diventa l’unico riconosciuto. Di conseguenza la qualifica di medico era subordinata alla conclusione di un percorso formativo di tipo occidentale.
Successivamente a questa legge l’Anma venne
considerata pratica riservata ai non vedenti.
Una scelta politica che aveva lo scopo di tutelare questa categoria di operatori, che si erano formati in modo tradizionale, sotto la guida di un maestro, e che a seguito della nuova normativa avrebbero avuto grosse difficoltà a conseguire un’istruzione standardizzata.
Nel 1895 il parlamento si pronuncia di nuovo negativamente sul riconoscimento della medicina Kanpo.
Essa rimarrà viva a livello popolare in quanto i nuovi trattamenti non sono accessibili alla massa delle persone. Per molti una malattia grave, che richiedesse l’intervento medico, poteva significare la rovina economica dell’intera famiglia.
Riguardo l’Anma, si diffonderà sempre più il Genko Anma (trattamento indirizzato al solo rilassamento) a discapito del Koho Anma, cioè il trattamento con fine terapeutico.
La pratica dell’Anma all’inizio del ‘900
Immagine tratta dal testo Anma Tebiki
Agli inizi del Novecento il termine Anma perde definitivamente la sua connotazione di arte medica, basata sulle teorie e la pratica della medicina tradizionale Kanpō e della medicina tradizionale cinese.
Dopo oltre 60 anni, nel 1959 è lo stesso Ministero della salute giapponese a tornare sulla definizione di Anma e a chiarire quella che è stata la sua sorte all’inizio del novecento.
“l’Anma è un insieme di tecniche curative basate sul fondamento teorico della medicina cinese universalmente riconosciuto, che assomma in un’unica disciplina entrambi gli aspetti di diagnosi e cura.
Per quanto riguarda il trattamento definito Anma che viene praticato nei luoghi termali e nei ryokan (alberghi tradizionali giapponesi) con lo scopo di rilassare e intrattenere le persone che lo ricevono, in verità non è una vera e propria tecnica Anma, non ha che qualche aspetto in comune con quest’ultima” (1)
Storia dello Shiatsu connessioni con Anma e Anpuku
Immagine tratta dal testo Anpuku Zukai, Okuda Yasuke, Bunsei 10,1827
Shizuto Masunaga offre una chiave di lettura interessante sulle sorti dell’Anma e sulla nascita dello Shiatsu.
Nel suo commento al testo Anpuku Zukai cita un’affermazione del Ministero della Sanità Giapponese secondo la quale:
“Oggi l’Anma, dopo che nel ventesimo anno del periodo Meiji sono giunte dall’Europa forme occidentali di massaggio, si è arricchita ed è stata rivisitata alla luce del metodo su cui si basano la fisiologia e l’anatomia, staccandosi invece dalle proprie origini, che erano quelle della medicina orientale e del Kanpō”. (2)
Durante l’epoca Taishō quindi l’Anma si stacca doppiamente dalla sua base tradizionale.
Da una parte ha perso il suo fine terapeutico, dall’altra, probabilmente sull’onda dell’occidentalizzazione incalzante, si è allontanata dalla medicina tradizionale cinese.
Quindi in questo periodo la parola Anpuku inizia ad avere una maggiore diffusione per indicare quelle forme di lavoro sul corpo che prevedono valutazione energetica e trattamento secondo il paradigma del sistema energetico dei meridiani.
Secondo Shizuto Masunaga la parola Shiatsu inizia a diffondersi ai primi del Novecento tra gli operatori che praticavano l’Anma tradizionale e l’Anpuku.
Una tecnica di trattamento dell’addome che aveva trovato una prima forma di sistematizzazione nel testo intitolato “ Anpuku Zukai” di Ota Shinsai.
Il libro risale al 1827 e nasce dalle vicende biografiche dell’autore che, gravemente malato e ormai rassegnato alla morte, riesce a curarsi attraverso l’auto-trattamento dell’addome, cioè attraverso l’Anpuku. La gratitudine per la sua guarigione e la certezza di avere incontrato un sistema prezioso per la salute, porteranno Ōta Shinsai a praticare indefessamente per tre anni.
Estasiato dai risultati virtuosi che vedeva dall’applicazione di questo metodo, decise di sistematizzare in un’opera illustrata la sua tecnica affinché potesse essere strumento di conoscenza e guarigione per il maggior numero possibile di pers
Storia della nascita della parola Shiatsu
Il primo ad utilizzare il termine Shiatsu fu il Maestro Tamai Tempaku, che pubblicò nel 1919 o 1920 il testo Shiatsu-Ho.
Probabilmente utilizzò questo termine ancor prima della pubblicazione per definire la sua tecnica di lavoro.
Tempaku aveva integrato nel suo modo di trattare i principi della fisiologia occidentale, ma secondo Shizuto Masunaga la sua pratica era profondamente radicata nell’Anpuku Zukai.
Riconosceva infatti negli insegnamenti del maestro tecniche per sciogliere il Kori profondo nell’addome.
Masunaga aveva avuto l’occasione di osservare molto da vicino il lavoro di Tempaku, in quanto durante i seminari che il maestro teneva a Kyoto era ospite presso la famiglia Masunaga. L’insegnamento continuava di sera nel salone della casa.
L’influenza di Tempaku, da un punto di vista tecnico, è stata molto profonda sui primi praticanti di Shiatsu giapponesi.
Altrettanto profonda fu l’influenza della grande storia, che impresse una spinta propulsiva alla definizione dello Shiatsu.
L’apertura all’occidente aveva determinato l’importazione di numerose tecniche terapeutiche occidentali, che si mescolarono a quelle tradizionali.
Questo proliferare di metodi, Masunaga parla di circa 300 tecniche, portò ad una nuova regolamentazione.
La diffusione della parola Shiatsu
Fino al 1920 secondo la normativa giapponese era possibile praticare qualsiasi forma di massaggio, senza aver bisogno di una licenza e senza utilizzare alcuna denominazione precisa, ad eccezione che per l’Anma.
Dopo questa data le tecniche vennero classificate in 5 categoria.
Accadde così che sotto il termine Shiatsu confluirono diversi tecniche manuali, che volevano distinguersi dall’Anma.
Trovo molto interessante da questo punto di vista, un aneddoto riportato da Masunaga in “Shiatsu et Médecine Orientale”, riguardo Namikoshi, che esercitava in principio in qualità di Appaku-ho (tecnica di pressione) e poi, e solo successivamente utilizzò il termine di Shiatsu per definire il suo metodo.
Questo aneddoto conferma la confluenza nel nuovo termine di molte tecniche tradizionali.
Nel 1925 Tamai Tempaku fondò la prima associazione di Terapisti Shiatsu, contribuendone alla diffusione.
La diffusione dello Shiatsu in occidente.
Certamente Tamai Tempaku ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione dello Shiatsu e la sua opera influenzò la prima generazione di operatori, ma fu grazie Tokujiro Namikoshi che questa tecnica divenne popolare.
Namikoshi, forse in linea con le influenze del tempo, sistematizzò uno stile basato sull’anatomia e la fisiologia occidentale, che integrò con la teoria degli Tsubo.
Nel 1925 aprì la prima clinica Shiatsu a Hokkaido, poi una a Sapporo, nel 1933 una a Tokyo. Il Ministero della Sanità conferì nel 1955 al Japan Shiatsu College l’autorizzazione per la formazione di operatori Shiatsu.
Si dovette attendere fino al 1964 affinché una legge riconoscesse ufficialmente tre trattamenti manuali: Anma, Massaggio, Shiatsu.
Storia dello Shiatsu: Riflessioni sulla diffusione in occidente
Lo Stile Namikoshi ha affascinato gli occidentali, e fu grazie a lui e al suo carisma, che lo Shiatsu conobbe una certa popolarità. Trattò personaggi come Marilyn Monroe e Cassius Clay, influenti ministri del governo giapponese. Namikoshi comparve in diverse trasmissioni televisive.
Suo nipote in un’intervista lo ricorda come un uomo che credeva di poter guarire non solo attraverso le mani, ma anche attraverso il sorriso.
È interessante a mio avviso riflettere sul fatto che lo Shiatsu che per primo arrivò in occidente, vale a dire lo stile Namikoshi, era un metodo edulcorato degli aspetti fondanti di quel Giappone eterno che tanto affascina chi, attraverso le arti marziali, la calligrafia, le arti terapeutiche segue la via del Ki, cioè l’esplorazione dell’energia vitale.
Il recupero di questo aspetto avvenne grazie all’opera di studio, ricerca e insegnamento di Shizuto Masunaga.
Attraverso lo stile Keiraku, conosciuto in occidente come Zen Shiatsu, Masunaga ricollegò lo Shiatsu al patrimonio culturale, medico e spirituale della cultura orientale.
Masunaga era laureato in psicologia e probabilmente la sua formazione lo aiutò a maturare una visione olistica dell’uomo per la quale aspetti emotivi, psicologici, fisici, spirituali sono manifestazioni del livello energetico.
Si deve a Masunaga la scoperta del concetto di meridiano funzione e una nuova mappatura dei meridiani.
La grandezza del suo lavoro è tale da richiede un approfondimento specifico, che esula dal tema di questo articolo.
È grazie a lui, se anche noi occidentali abbiamo potuto riconnetterci agli aspetti più profondi dell’energetica umana.
La normalizzazione del Ki attraverso i meridiani è una pratica meravigliosa, che migliora la vita di chi pratica e di chi riceve.
Mi piace chiudere questo articolo con una citazione di Masunaga:
“Mi sono reso conto che i trattamenti che pratico giorno dopo giorno, costituiscono il mezzo ideale per la mia pratica spirituale e, cosciente che gli sforzi che faccio, di normalizzare il ki, sono il dovere di base che s’impone ad ogni terapeuta, io pratico assiduamente ogni giorno, e ringrazio il cielo di avermi donato una tale professione” (3)
Riferimenti bibliografici:
1) Ota Shinsai, Anpuku Zukai, Antica arte del trattamento dell’addome, Shiatsu Milano Editore, p. 69;
2) ibidem, pag. 71
3) Shizuto Masunaga,Shiatsu et Médecine orientale, Le Courrier du Livre, p. 158 (pubblicato in italiano da Shiatsu Milano editore)