K i: origine del termine e significato nelle arti marziali e mediche

Significato dell’ideogramma K i

K i (in giapponese), Qi o Chi (cinese) è un aspetto centrale nella filosofia, nella medicina e nelle pratiche marziali orientali

L’ideogramma di Ki evidenzia due aspetti importanti di questo termine.

La parte superiore dell’ideogramma significa “vapore, gas”, la parte inferiore significa riso non cotto.

Il Ki è quindi qualcosa di materiale e immateriale allo stesso tempo.

È qualcosa che si trasforma, si muove, genera un movimento continuo: il movimento vitale.

Il Ki è mutevole e permea ogni aspetto della vita. Rappresenta la vita stessa.

Tradurre il termine Ki non è semplice proprio per la versatilità della sua manifestazione.

Solitamente si traduce con il termine energia vitale, forza vitale.

Qualsiasi forma di energia è K i

Qualsiasi forma di energia può essere chiamata Qi.

In cinese il Qi umano è chiamato Ren Qi, quello del cielo Tian Qi, quello della terra Di Qi,  quello del calore Re Qi.

Per non limitare la possibilità di comprensione del Ki sarebbe opportuno non tradurre questo termine.

Il Ki non si può comprendere intellettualmente, si esplora attraverso la pratica corporea e la meditazione.

Esplorare il Ki significa dedicarsi ad una disciplina che accompagna il praticante per la vita.

Il Ki come lo Zen si rivela nella pratica e nel suo rivelarsi, modella e cambia la natura stessa del praticante.

Il termine Qigong sottindente un addestramento lungo e faticoso. Si usa per indicare qualsiasi tipo di disciplina che si occupi della conoscenza del Ki. 

Tuttavia il termine Qigong correntemente indica in modo più limitato specifici filoni di armonizzazione del Ren Qi, qi umano, attraverso esercizi fisici, visualizzazioni e meditazioni.

Ren Qi e Arti Marziali

Uno degli aspetti più esplorati del Ki è sicuramente il Ren Qi, il Qi umano.

Molte delle arti marziali, sia cinesi che giapponesi, si sono focalizzate non solo sullo sviluppo della forza fisica, delle capacità di combattimento, ma anche sulla cosiddetta pratica interna, che rappresenta il cuore della forza esterna.

L’Aikido, il Kung Fu, il Qigong sono discipline attraverso le quali armonizzare il Ren Ki e potenziare la propria forza interiore.

Da questo punto di vista è interessante notare che l’ideogramma utilizzato negli antichi testi di Qigong per indicare il Ki  fosse diverso da quello attuale ed era composto dalle parole “nulla” e “fuoco”.

Lo scopo del Qi Gong quindi era quello di armonizzare il Ki affinché l’energia negli organi fosse equilibrata e non ci fosse eccesso di “fuoco”.

L’armonizzazione il proprio Ki con il Ki dell’universo è lo scopo del Qi Gong, di pratiche per la salute quali lo Shiatsu, l’Agopuntura, di arti marziali come l’Aikido. 

Il Ki nell’Aikido

Durante il periodo Tokugawa, il Giappone visse trecento anni di “pace”. In questa fase i Samurai, precedentemente impegnati in continui combattimenti e nella ricerca di tecniche per migliorare la propria capacità di combattere, indirizzarono la pratica di esplorazione del Ki ad aspetti più sottili legati all’arte della spada e al prevenire metodi di vita disennati.

E’ in questo periodo che si sviluppano le basi del jūjutsu, strettamente connesso al Judo e che presenta affinità anche con l’Aikidō, fondato dal maestro Morihei Ueshiba.

Nel testo Densho chūshaku troviamo la seguente definizione:  

“Kitō significa alzarsi e cadere. Alzarsi è la forma della yang, cadere la forma dello yin. Si vince facendo ricorso allo yang e allo yin… Quando il nemico mostra lo yin, si vince attraverso lo yang. Quando il nemico mostra lo yang, si vice attraverso lo yin.

Se non si fa affidamento sulla forza, ma si usa il ki, la forza del nemico si ripercuoterà su di lui e cadrà da solo. Questo è il significato di vincere usando la forza del nemico”

Il maestro Ueshiba elaborò ancor più profondamente il concetto di Ki e della sua armonizzazione per una vita bilanciata. In “Lo Spirito dell’Aikido” scrive: 

“Quando si unifica mente e corpo attraverso il ki e si manifesta ai-ki (armonia del ki), delicati cambiamenti nella forza del respiro avvengono spontaneamente e waza (tecnica corretta) fluisce liberamente.

Il cambiamento del respiro, connesso con il ki dell’universo, interagisce e compenetra ogni aspetto della vita. Allo stesso tempo, la delicata forza del respiro penetra in tutti gli angoli del corpo. Entrando in profondità, riempie di vitalità, e ne risultano naturalmente movimenti variegati, dinamici, spontanei. In questo modo tutto il corpo, compresi gli organi interni, risultano uniti per calore, luce e potenza. Avendo realizzato l’unificazione di mente e corpo ed essendo in unità con l’universo, il corpo si muove a volontà senza opporre resistenza alle sue intenzioni” (Morihei Ueshiba)

Morihei Ueshiba, fondatore dell’Aikido, pone l’accento su due aspetti fondamentali della pratica dell’aikido: unificazione del Ki e movimento spontaneo.

Elementi che ritroviamo anche nell’Aikido di Itsuo Tsuda, in cui il movimento naturale è senza tecnica, senza conoscenza, senza scopo (Itsuo Tsuda).

Fine prima parte.

L’articolo sull’esplorazione del Qi prosegue con le sue valenze nell’ambito della medicina cinese

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