
Thanks to: Mario Dobelmann on Unsplash for the beautiful photo.
L’azione nonviolenta
L’azione nonviolenta è un processo.
La nonviolenza non è qualcosa che capita all’improvviso, come scelta razionale. È qualcosa che si radica nel cuore. Al pari della rabbia, della vendetta, della cupidigia, la nonviolenza è frutto di quello che coltiviamo quotidianamente.
Non siamo abituati a pensare al nostro cuore come a qualcosa che necessita di cure. Il fatto che batta involontariamente, indipendentemente da noi, ci fa trascurare che necessita della stessa cura che riserviamo ad altre parti del nostro corpo. Pensiamo ad esempio quanto tempo dedichiamo ai capelli…
Il cuore deve essere curato, attraverso una pratica quotidiana. Le conseguenze di avvelenare il proprio cuore con i semi della rabbia, con le nefandezze più o meno gravi, con frivolezze di ogni sorta, produce non solo effetti fisici per il corpo dell’ospite. La caratteristica dell’avvelenamento del cuore è quella di disseminare conseguenze più sottili e ben più gravi.
Nella medicina cinese in senso esteso il cuore si collega anche alla parola.
Le parole sono alla base di gran parte degli errori che compiamo per ignoranza.
Quando ci schieriamo, pro o contro qualcosa, la maggior parte delle volte ci schieriamo pro o contro un’idea.
Ma se ci chiedessimo profondamente se davvero conosciamo l’animo e la storia degli uomini che impersonano queste idee, allora vedremo che saremo capaci di uccidere una persona in nome di un’idea, senza sapere nulla dell’essere umano bersaglio della nostra azione.
Coltivare il cuore significa coltivare la parola, il pensiero e l’azione attraverso una pratica quotidiana.
Questo aspetto coincide con gli insegnamenti buddhisti che invitano a compiere la retta azione, la retta parola, il retto pensiero.
Traviare il nostro cuore ha conseguenze nefaste per noi e per i nostri cari, allo stesso modo coltivare il cuore determina effetti a largo raggio intorno a noi.
La nonviolenza non nasce spontaneamente, dal nulla. Per vederla fiorire bisogna preparare il terreno e come il buon contadino, ogni giorno ripulire il nostro piccolo campo.
Solo così eviteremo di vederla soffocare nella gramigna.
Coltiviamo il cuore, quotidianamente, attraverso la pratica della meditazione e dell’introspezione.
Solo così coltiveremo la pace, e solo così daremo modo al nostro cuore di fare quello che gli viene meglio: amare e diffondere gioia!
Percorsi di pace
Incontri di meditazione
Ogni giovedì dalle 18.00 alle 18.45